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8 Marzo per celebrarla, 25 Novembre per difenderla - la donna

Donne

 

8 Marzo, giornata internazionale della donna e **25 Novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulla donna. Un giorno per celebrarla, un altro per difenderla; ma a mio avviso, l’uno non esclude l’altro. **

In qualità di figlia, riconosco il ruolo fondamentale riocoperto dai miei genitori, trasmettitori di valori quali l’indipendenza (economica e intellettuale) e l’educazione.

In qualità di giovane donna, combatto contro le difficoltà che si incontrano nella vita professionale; riconosco i miei limiti, ma il mio genere non rientra fra questi.

In qualità di compagna, ho il diritto e il dovere di sentirmi, ed essere, all’altezza del mio partner, per far sì che abbia stima miei confronti, per rispettarlo a mia volta e per costruire un rapporto di reciprocità.

In qualità di amica o collega, spero che i rapporti personali e lavorativi che instauro con le altre donne possano essere un arricchimento, uno scambio e un sostegno, basati su empatia e sensibilità, professionalità e rispetto reciproco.

Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La data ricorre a causa del brutale assassino, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Domenicana, delle tre sorelle Mirabal. Considerate rivoluzionarie, vennero torturate, massacrate e strangolate, per poi simularne un incidente, dopo aver buttato i loro corpi in un burrone. In numerose parti del mondo, Italia compresa, le cose non sono molto cambiate da allora.

La violenza contro le donne si manisfesta sotto varie forme. In alcuni paesi del Sud-Est asiatico, le bambine vengono (quasi ogni giorno) stuprate e uccise, oppure donate in sposa in tenera età a uomini ben più grandi. Ma anche nei paesi occidentali la violenza sulle donne esiste ed è spesso nascosta nell’ambito domestico.

Secondo i dati riportati dall’ONU, il 35% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un’altra persona. Il rapporto sottolinea anche che i due terzi delle vittime degli omicidi familiari sono donne. Nel mondo solo 119 paesi hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 125 su molestie a fondo sessuale.

La violenza influisce negativamente sui risultati scolastici delle donne, sul loro successo lavorativo e sulla loro vita pubblica, allontanando la società dal conseguimento dell’obiettivo dell’uguaglianza di genere. Nel mondo occorrono cambiamenti culturali per smettere di guardare alle donne come cittadine di seconda classe e creare una politica di rispetto. I** tassi di disoccupazione rimangono più elevati per le lavoratrici e il loro stipendio,** nella maggior parte dei paesi, va dal 70% al 90% di quello dei colleghi uomini.

Guardando da vicino la situazione a casa nostra, in Italia, il quadro che ne emerge non è rassicurante. Secondo i dati Istat di giugno 2015, 6 milioni e 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. Esse costituiscono il 31,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre.

I centri Anti Violenza svolgono un ruolo molto importante nel tentativo di combattere questo fenomeno. Tuttavia, l’utilizzo di fondi stanziati dal governo per supportare tali centri non è sempre chiaro. DonneCheContano, piattaforma open data ideata da ActionAid in collaborazione con Dataninja, ha di recente presentato un report che lascia chi lo legge con molti punti di domanda. Solo sette amministrazioni locali fanno sapere come utilizzano i loro fondi, mentre per le altre regioni i dati sono frammentati, difficili da reperire o addirittura nulli.

Nel nostro paese le leggi non mancano (anche se a volte sembra che le forze dell’ordine voltino le spalle alle donne in difficoltà) e nemmeno i centri di aiuto e sostegno. Una vera consapevolezza culturale è però quella che serve, ora. Abbiamo bisogno di leggi e protezioni, vero, ma soprattutto di modelli ed educazione. Oggi assistiamo a una maggiore coscienza femminile, ma molta violenza ancora esiste e non viene segnalata per paura o scarsa consapevolezza. Gli abusi domestici sono più presenti di quanto si pensi e spesso restano invisibili e sottodenunciati.

 

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